A pochi passi da Piazza San Marco, nel sestiere di Castello, si trova l’imperdibile museo veneziano “Querini Stampalia”, un vero e proprio tesoro di architettura antica e contemporanea e opere d’arte di immenso valore. Il piano nobile di questa antica dimora della famiglia Querini, è stato allestito come una nobile dimora veneziana settecentesca: una casa-museo tra le meglio conservate in Europa. (scarica Scheda PDF)
Numerose e affascinanti sono le opere d’arte che vi si possono ammirare: tra queste c’è un famoso dipinto di Pietro Longhi intitolato “Caccia in laguna”.
Questa tela è molto interessante perché è una testimonianza della Venezia di quei tempi e ci fornisce innumerevoli dettagli riguardanti non solo le tecniche di caccia in voga nel Settecento, ma ci restituisce l’immagine di una laguna raramente visibile nei tempi moderni. Nel dipinto infatti la laguna è piatta, senza onde e l’atmosfera rarefatta ci regala l’immagine di una natura incontaminata. Il protagonista della scena è un nobile veneziano, molto elegante nella sua giubba rossa da caccia, il quale sta per scoccare la sua “balotta”. La balotta era una pallina di terracotta utilizzata come proiettile per colpire il bersaglio durante la caccia, attività molto in voga tra i giovani patrizi. Ad increspare la laguna solo uno smergo, che fa capolino sulla destra poco distante dall’imbarcazione, come a prendersi gioco del nobile e delle sue capacità venatorie. Questo tipo di uccello, chiamato smergo, era infatti uno degli uccelli selvatici più difficili da cacciare perché, anche se colpito dalla pallina di terracotta, era comunque in grado di continuare a nuotare sott’acqua.
Bellissimi sono anche i particolari a bordo della ballottina (la barca a bordo della quale si trovano i nostri protagonisti): il cuscino davanti al nobile, utilizzato per prendere la mira comodamente, il cesto accanto al nobile con i proiettili e gli uccelli già uccisi, che alludono all’abilità del nobile veneziano e le espressioni dei diversi personaggi a bordo dell’imbarcazione: da una parte i rematori al servizio del nobile, seri e critici rispetto alla precisione del proprio padrone, e dall’altra l’atteggiamento attonito ed insicuro del nobile.