Mercoledì, 8 Aprile 2020
Alberto Toso Fei:
“I tesori nascosti di Venezia da vedere almeno una volta nella vita”
Oggi vi sveliamo:
Il Tesoro numero Sette
“Casinò Venier, la ricercata dissolutezza”
Stucchi Casinò Sagredo – Ca’ Sagredo
Negli ultimi anni della Repubblica si contavano a Venezia almeno centotrentasei Casini, ovvero luoghi di ritrovo nei quali circoli di persone, perlopiù appartenenti alla classe nobiliare, si riunivano per conversare, spettegolare, organizzare giochi e passatempi e… perché no?, fare l’amore lontano dal talamo nuziale e da occhi indiscreti. Ve n’erano di pubblici e di privati; per soli nobili e per normali cittadini. Ve n’erano anche per i segretari e i cuochi. Ma se alcuni erano in realtà dei veri e propri postriboli, non tutti erano luoghi di perdizione: molti ospitavano accademie musicali, letture di poesia, salotti letterari, innocenti feste da ballo.
Molti di questi luoghi sono oggi perduti o irriconoscibili. In città il più celebre – e meglio conservato – è certamente Casino Venier, dal 1987 sede dell’associazione culturale italo-francese Alliance Française, che sovrasta ponte dei Bareteri – a metà delle Mercerie – ma ha l’entrata in sotoportego de le Acque. Appartenente al potente procuratore Federico Venier veniva utilizzato soprattutto dalla moglie, Elena Priuli; si trova in un edificio poco appariscente, e l’unico indizio della sua presenza è un pregevole balconcino coperto, realizzato in ferro battuto e legno, su cui compare lo stemma dei Venier, che permetteva di vedere dall’alto – inosservati – coloro che transitavano sul ponte, uno dei più centrali e affollati della città.
Solo entrandoci se ne può scoprire tutta la ricchezza: le decorazioni settecentesche si sono preservate intatte (e risplendono oggi anche grazie a un accurato e sapiente restauro); i pavimenti in marmo connesso sono originali, così come originali sono gli stucchi e gli affreschi, gli specchi e i camini, le porte in prezioso legno di palissandro e le maniglie in bronzo. Nascosto nel pavimento della sala d’ingresso (è necessario sollevare una piastrella), uno spioncino permette ancora di sorvegliare chi sta alla porta.
A questo proposito una storiella veneziana racconta come la Priuli durante il Carnevale si appostasse dietro il balconcino, e da lì osservasse lo sfilare delle maschere. Appena notava un giovanotto che ne stuzzicava le fantasie, la nobildonna si mascherava e scendeva a sedurre il prescelto, trascinandolo poi nella sua alcova al suono dei violini di alcuni musicisti nascosti in una piccola stanza ricavata all’ingresso, che esiste ancora oggi, che impediva di vedere chi entrava ma non la diffusione della musica, grazie a due grandi aperture verso il soffitto, dotate di grate, che funzionavano con lo stesso principio delle casse dello stereo. Ugualmente intatto è rimasto il meccanismo a scomparti girevoli che dalla cucina comunicava direttamente con la camera: si poteva essere serviti a letto senza che i domestici vedessero alcunché, e dunque conoscere o ancor peggio rivelare segreti che non dovevano uscire da quelle mura.
Elena Priuli non temeva certo d’essere sorpresa da qualche visita improvvisa, perché grazie a quel foro sul pavimento del salone, si poteva facilmente riconoscere il molesto importuno. Secondo la leggenda, infine, Casino Venier aveva un’uscita segreta proprio sotto il ponte.
Reveal Venice suggerisce:
CASANOVA PROMENADE: AMORE e MISTERO
Il tour comincia nella nuova sede del museo di Casanova. Le sale di Palazzo Malipiero racconteranno la storia di Giacomo Casanova attraverso documenti autografi, oggetti e abiti originali dell’epoca, mescolando esperienze virtuali ed ambienti immersivi. A seguire, un’intrigante passeggiata serale dal luogo in cui è nato Casanova, alla scoperta dei luoghi preferiti del grande seduttore. Aneddoti e storie della Venezia di cortigiane, sale da gioco e vicoli bui che si sono trasformati in scenari di misteriosi crimini.
Per informazioni: Reveal Venice – info@revealvenice.com tel. +39.335.6131991
Seguiteci nei prossimi giorni alla scoperta di nuovi tesori!